PENSIERI E PAROLE
Un piccolo messaggio per tutti i nostri animatori all'inizio del Cre
Valorizzare le parole della nostra esistenza significa anche imparare a misurarsi con le parole che altri pronunciano e rivolgono alla nostra attenzione. La dimensione dell’ascolto è forse quella che in questo tempo è più difficile da maturare e acquisire. Essa è una dimensione che richiede una notevole energia per attivarsi: per ascoltare dobbiamo per prima cosa decentrarci, prestare attenzione a qualcosa che è fuori di noi. Significa affidarsi e accettare il rischio che ciò che ascoltiamo possa non piacerci. Per ascoltare dobbiamo coltivare la nostra curiosità e lottare contro l’inerzia del nostro disinteresse. Per ascoltare dobbiamo fare un po’ di posto dentro di noi per accogliere le cose che ci vengono proposte. Per ascoltare dobbiamo aprire i sensi, la mente e il cuore e lasciare che il nostro corpo e il nostro spirito possa essere contaminato.
Accogliere la Parola e non soltanto le parole, significa però accettare anche di vivere una realtà nella quale anche (e soprattutto) il silenzio può essere carico di messaggi. Qualcuno descrive il nostro tempo come un grande ossimoro, un assordante silenzio “dove tutti gridano, si scalmanano e non succede nulla” (Sebastiano Vassalli). Ma nella preghiera il cristiano può invece sperimentare tutta la ricchezza di un silenzio che risuona, che comunica, che guida al senso profondo della vita.
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